"Avere una casa su un'isola della laguna di Venezia è una fortuna.
Viverci durante tutto l'anno, adattandosi ai ritmi ed alle cadenze caratteristiche dell'insularità e riuscendo ad assumere una condizione dello spirito del tutto particolare e atipica rispetto ai ritmi della città, può essere un privilegio.
Voler trasferire su tela le immagini, i colori, gli spazi, la luce, le trasparenze del paesaggio circostante, può essere un dramma quotidiano.
Poiché quello stesso paesaggio è bugiardo ed ingannatore.
Cambia con il mutare della stagione, con le condizioni atmosferiche, con l'ora del giorno, con il passaggio di una nuvola, con l'impeto o l'affievolirsi del vento, prima o dopo un temporale, quando l'aria da soffocante diventa cristallina e leggera, tanto da far intravedere, sullo sfondo, le montagne che degradano fino a perdersi, lontano, nelle colline euganee e fa apparire la laguna magari una sorta di lago alpestre.
Perché le dimensioni dello spazio che sembra ravvicinato e tangibile nelle sottolineature delle strisce sottili delle barene, in realtà si amplia e si dilata negli incerti confini che separano l'acqua dal cielo.
Mario Bragato abita nell'Isola di Sant'Erasmo, nelIa parte estrema a Punta Vela, dove il flusso dei pur pochi abitanti dell'Isola, rallenta ancora di più, come un ultimo lembo di marea che annaspa a fatica nel raggiungere i bordi lontani della terraferma.
Un punto di osservazione, inoltre, che tende la sua trappola prospettica tra il primo piano della campagna più genuina e lo sfondo pittoresco di Burano con queI vezzo anomalo del suo campanile pendente.
Ma dall'apprendistato quale scenografo del Teatro La Fenice, Mario Bragato conosce le insidie dei grandi spazi pittorici che si dilatavano nelle enormi tele stese in quella meravigliosa intercapedine lignea, al di sopra della sala del Selva che ora, purtroppo, non esiste più.
Nell'intimo della sua isola egli sa difendersi dagli inganni del paesaggio, non attraverso un resoconto in cronaca diretta ed una pennellata en plein air, ma attraverso il filtro impressionistico della memoria che trasfigura in maniera personale - ed originale franunenti riconoscibili di barche, viti, scorci di barene, immagini femminili e la luminosità di alami cieli che si affollano, si alzano e si colorano sulla tela sopra l'idea di una laguna trasfigurata.
Una mostra di quadri?
No! Un nuovo ed affascinante percorso attraverso un'isola che conserva il gusto antico deI passeggiare silenzioso."
- Enrico Ricciardi -
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